30 – 5 - 2010-
(Proverbi cap. 8)
[22]Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, fin d'allora.
[23]Dall'eternità sono stata costituita,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
[24]Quando non esistevano gli abissi, io fui generata;
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
[25]prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io sono stata generata.
[26]Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi,
né le prime zolle del mondo;
[27]quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull'abisso;
[28]quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso;
[29]quando stabiliva al mare i suoi limiti,
sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia;
quando disponeva le fondamenta della terra,
[30]allora io ero con lui come architetto
ed ero la sua delizia ogni giorno,
dilettandomi davanti a lui in ogni istante;
[31]dilettandomi sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo.
(Romani cap. 5) [1]Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; [2]per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. [3]E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata [4]e la virtù provata la speranza. [5]La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
(Giovanni cap. 16) [12]Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. [13]Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. [14]Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. [15]Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Dopo l’ascesa al cielo del Signore Gesù, l’invio dello Spirito Santo nella Pentecoste, finisce il Tempo di Pasqua per ritornare al Tempo Ordinario e la Santa Chiesa propone, nella sua liturgia domenicale, l’adorazione del mistero trinitario, cioè della intima essenza di Dio. Noi siamo stati battezzati nel “Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Nel nome.. e non nei “nomi..” Perché Dio è uno, anzi è UNICO, non ce ne sono altri.
Non sempre è stato così. L’uomo, nell’antichità, e forse ancora adesso, ha adorato le creature al posto del Creatore dando dimensione divina a manifestazioni della natura (uragani, temporali, tuono, lampi ecc.) e si circondava di divinità identificandole con manifestazioni della natura (fertilità, sterilità, ecc.) e di queste facendosene immagine scolpita o dipinta. Il Signore ha voluto rivelarsi all’uomo e lo ha fatto lentamente nei secoli secondo la possibilità dell’uomo di apprenderla.
Intorno al XX – XVIII secolo a.C. (Abramo e i Patriarchi ) si cominciò ad elaborare la concezione di una divinità prevalente, principale cui prestare culto (monolatria). Questa concezione non escludeva le altre divinità, ma si prestava culto ad un solo Dio. Con Mosè, circa il 1200 a.C. e con l’alleanza del Sinai ( la Legge) si consolida questa concezione ed a praticare culto ad un solo Dio, anche se a fatica (il vitello d’oro). Nel popolo ebraico, scelto da Dio come suo popolo, la tentazione di tornare all’idolatria era continua e pressante, circondato come era da popoli pagani ed idolatri, spesso più potenti di lui che lo soggiogavano e lo dominavano. Sconfitti i nemici (1000-900 a.C.) il popolo ebraico, sempre più cosciente di essere il popolo prediletto da Dio, non cessò comunque di essere tentato dalla idolatria, sebbene in modi diversi. Il regno ebraico del nord (Israele) fu distrutto dai babilonesi (720 a.C.) e poco prima di questa data il Profeta Isaia (765 - 700 c.a.) dichiara esplicitamente e senza mezzi termini l’unicità di Dio: (Isaia cap. 45) [5]Io sono il Signore e non v'è alcun altro;// fuori di me non c'è dio; // ti renderò spedito nell'agire, anche se tu non mi conosci, // [6]perché sappiano dall'oriente fino all'occidente //che non esiste dio fuori di me.
Il regno di Giuda seguì la sua sorte del regno del nord nel 587 con la distruzione di Gerusalemme e la deportazione della popolazione in Babilonia producendo nel popolo, ma soprattutto nella classe sacerdotale, una profonda crisi di ripensamento:” Il Signore ci ha puniti!” L’incubo della punizione dai peccati domina la religione esilica e postesilica: se i peccati erano la vera causa delle sciagure sia personali che collettive, una sola era la soluzione: osservare scrupolosamente la “Legge”.
Il ripensamento della propria religione porterà alla riscrittura, o alla scrittura di sana pianta, dei testi sacri, con le sue leggi, le sue regole. I profeti avevano annunciato già da tempo la venuta di un Messia e il popolo lo attendeva ansiosamente sognando una restaurazione politica perduta (Israele la riacquisterà solo nel 1948 con la fondazione dello Stato di Israele).
Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, [5]per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. (Gal.4,4s). Gesù è il “Logos”, il Verbo, la Parola di Dio mandato da Padre non per annunciare una nuova religione, ma per confermare e perfezionare quando rivelato nei secoli attraverso i profeti, ma con un altro spirito, con un altro approccio, un comandamento nuovo: (Giovanni cap. 15)[17]Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. Gesù ha confermato quanto era stato rivelato nell’AT aggiungendovi un comandamento nuovo: l’amore. Invoca e chiede dai suoi quel sentimento che ha spinto Lui ad assumere la carne umana e morire sulla Croce.
Fintanto che Gesù era sulla terra non avevamo bisogno di nulla perché Lui soddisfaceva tutte le necessità dell’uomo, ma dopo la sua ascensione :(Gio.14) [16]Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, Sono queste le tre persone della SS. Trinità: Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Noi non abbiamo la capacità di indagare oltre sulla natura intima, sull’essenza di Dio; per noi è sufficiente questo. Rimane un mistero che ci sarà svelato dall’amore di Dio quando saremo al suo cospetto.
martedì 25 maggio 2010
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