V° DOMENICA DI PASQUA
2 MAGGIO 2010
(Giovanni cap. 13) 31]Quand'egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. [32]Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. [33]Figlioli, ancora per poco sono con voi; [34]Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. [35]Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».
Questo brano del Vangelo di Giovanni, a leggerlo tenendo presente quello che ci ha insegnato il mondo, è sconvolgente. Sconvolgente nel vero senso della parola: ci sconvolge. Questa affermazione di Gesù è incredibile, umanamente parlando. Ma come? Giuda è appena uscito e con lui satana, ed “era notte”, e Gesù dice che “il Figlio dell’uomo”, cioè lui, è stato glorificato. Giuda, uno dei suoi amici più cari sta per consegnarlo ai suoi nemici che lo metteranno a morte, e Lui dice: “ sono glorificato”. Non solo: ” e anche Dio è stato glorificato in lui”. Evidentemente il concetto che noi ci siamo fatti della gloria è errato. Dopo qualche ora dagli avvenimenti narrati in questo brano, Gesù affronterà la sua passione, la tremenda esperienza subita nell’orto del Getsemani e poi la croce e dice che Dio è stato glorificato in lui. Ma allora la gloria non è nel soddisfacimento delle esigenze del corpo, anche se legittime, ma è altrove. Forse è proprio in quelle situazioni, da noi tanto deprecate e rifuggite come la sofferenza, la malattia, persino la morte, che risiede la vera gloria, ciò di cui ci si possa vantare.
(Salmo 23) [4]Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
La “valle oscura” del salmista è la valle della morte, è la morte stessa. Ma neppure di quella devo avere paura “perché tu sei con me”. In ogni prova, in ogni sofferenza il Signore è con me per consolarmi, per sostenermi, per ricordarmi le sue promesse.
Certo nel lunghissimo, interminabile momento della sofferenza tutto sembra buio, ma è anche il tempo della riflessione, del guardarsi dentro, di esaminarsi a fondo, per autoconoscersi intimamente e stilare una scala di valori, vedere cosa è importante e cosa lo è di meno o cosa non ha valore alcuno.
Naturalmente tutto ciò è quella che, con una brutta e deprecabile espressione, definiamo una rivoluzione copernicana: ha valore quello che sembrava un non valore. Non è facile accettarlo, ma è necessario rivedere la nostra scala di valori.
Il Signore Gesù nello stesso brano che la liturgia ci ha proposto ce ne dà la chiave, quando dice: ”[34]Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.”.
Gesù, lo sappiamo, ci ha amati fino a dare la sua vita per noi; e noi dobbiamo fare altrettanto. Non capisco? Io devo amare. Ho difficoltà? Io devo amare. Mi costa sacrificio? Io devo amare. E’ contro il mio istinto? Io devo amare.
Amare, amare, amare sempre.
lunedì 26 aprile 2010
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