I° DOM DI QUARESIMA ANNO C - 21/02/2010
(Luca cap. 4) [1]Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto [2]dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. [3]Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane». [4]Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». [5]Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: [6]«Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. [7]Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». [8]Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». [9]Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; [10]sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, // perché essi ti custodiscano; [11]e anche: essi ti sosterranno con le mani, // perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
[12]Gesù gli rispose: «E' stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». [13]Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
Le tentazioni di Gesù nel deserto sono le tentazioni dell’uomo, sono le nostre tentazioni. Gesù non poteva essere tentato se non nella sua dimensione umana ed a queste il diavolo si rivolge. L’uomo rifiuta l’essenzialità della vita quale può essere quella del deserto. La prima tentazione è quella di avere (il pane) senza sofferenza, senza sacrificio, senza il lavoro cui l’uomo è stato condannato, quando fu scacciato dall’Eden: “Maledetto sia il suolo per causa tua! // Con dolore ne trarrai il cibo // per tutti i giorni della tua vita.”. (Gen.3) Ottenuto il pane l’uomo non si accontenta mai, vuole sempre di più. Eppure ci sono cose più importanti del pane. Quando nella recita del “Padre nostro” diciamo “dacci oggi il nostro pane quotidiano” ci riferiamo al nostro sostentamento fisico, ma mi piace pensare nella recita: ” Dammi oggi di fare la tua volontà, di assecondare il tuo progetto di salvezza”; questo è questo che voglio mi sostenti, il resto mi sarà dato in più.
La seconda tentazione riguarda il potere politico ed economico. Chi di noi non ha mai sognato ( non dico desiderato) di avere potere politico e potere economico per sanare magari delle ingiustizie che, ai nostri occhi, gridano vendetta? Crediamo in questo nostro sogno di compiere opera di giustizia, mentre invece rifiutiamo la realtà, rigettiamo ciò che il Signore ha disposto per sostituirla con un nostro progetto. Non crediamo che questo sia ribellione a Dio? Ci siamo assoggettando al progetto del diavolo.
Il diavolo cita qui il salmo 91, il salmo che si recita tutte le sere della domenica o delle “Solennità” a “compieta”, l’ultima preghiera prima del riposo notturno. Io, forse sbaglio, non lo attribuisco solo a Gesù, Figlio di Dio, ma ad ogni creatura timorata di Dio e quindi anche a me stesso. Io mi sento molto consolato da questo salmo, so di essere costantemente sotto la protezione di Dio. La terza tentazione, è la tentazione non solo di assoggettare la natura, ma addirittura di sovvertirne le leggi (in questo caso la legge di gravità), di soggiogarle alla nostra volontà o, se vogliamo, al nostro capriccio. Il diavolo cerca sempre metterci contro Dio. D’altronde il diavolo in ebraico è “satàn”, l’avversario(di Dio) e in greco è stato tradotto “διαβολος” che a sua volta è composto da “βαλλειν” mettere e “δια”contro: “colui che mette contro” (Dio).
Il diavolo è potente, ma non può tutto. Non sa che Gesù è il Figlio di Dio, non creato ma generato e contro il quale non può nulla, pertanto, come detto prima, le tentazioni non sono per Gesù, ma per noi. Noi siamo l’oggetto delle sue tentazioni.
lunedì 15 febbraio 2010
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